giovedì 17 dicembre 2009

Piccoli grandi dubbi sull'aggressione a Berlusconi...ovvero : Spegnete la tv e accendete il cervello...!!

Gioacchino Genchi: La genesi di Forza Italia



Chi è gioacchino Genchi

Gioacchino Genchi (Castelbuono, 22 agosto 1960) è un poliziotto e informatico italiano.
Entrato in Polizia nel 1985 è attualmente Vice questore a Palermo. In aspettativa sindacale non retribuita dal 1° giugno 2000 ha ripreso servizio il 4 febbraio 2009. Ha collaborato come consulente informatico con molti magistrati tra cui Giovanni Falcone e Luigi de Magistris. Esperto di informatica e telefonia si occupa di incrociare i tabulati delle telefonate in processi di grande importanza, quali quelli sulla mafia.

Arrivò due ore dopo nel luogo della strage di via D'Amelio, individuando nel castello di Utveggio il luogo da cui sarebbe stato azionato il radiocomando dell'esplosivo utilizzato per la strage. Secondo Salvatore Borsellino in quel castello si sarebbe celata una base del Sisde.

È stato recentemente coinvolto dalla stampa e dal Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi in merito a un presunto scandalo di intercettazioni. Avrebbe, secondo alcuni, intercettato 350.000 persone (non viene indicato in quanto tempo questo sarebbe avvenuto). In realtà Genchi si occupa di tabulati telefonici quindi niente a che vedere con le intercettazioni.

Nel febbraio del 2009 è stato aperto un procedimento penale a carico di Gioacchino Genchi presso la Procura di Roma. Il 13 marzo 2009 i carabinieri del Ros su mandato della procura di Roma sequestrano il cosiddetto "archivio segreto" di Genchi, cioè i computer con i dati raccolti da Genchi per il suo lavoro di consulenza a diversi magistrati. Genchi si è difeso in un'intervista pubblicata su internet, parlando delle responsabilità dei suoi accusatori.

Il Tribunale del Riesame ha annullato il sequestro e la perquisizione dei tabulati telefonici spiegando che i reati contestati erano inesistenti. La Procura di Roma comunque non ha restituito i tabulati a Genchi; Il 7 maggio 2009 la Procura della Repubblica di Roma ha impugnato per Cassazione le ordinanze con le quali il Tribunale del riesame l'8 aprile ha annullato il sequestro del cosiddetto 'archivio segreto' di Gioacchino Genchi. Il 26 giugno 2009 Genchi viene scagionato. Viene chiesto da Eugenio Selvaggi, sostituto procuratore generale della Cassazione, che i giudici della quinta sezione penale dichiarino inammissibile il ricorso che la Procura di Roma aveva presentato contro l'annullo del sequestro dei tabulati ordinato dal Tribunale del Riesame.(Fonte Wikipedia)



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martedì 8 dicembre 2009

BERLUSCONI REGALA...LA MAFIA RINGRAZIA..!!


Quasi in contemporanea con le pesanti accuse rivolte nei confronti di Silvio Berlusconi e Marcello Dell'Utri da parte del pentito di mafia Gaspare Spatuzza, il governo Berlusconi ha concesso un ulteriore regalo alle organizzazioni criminali.
Infatti con un emendamento introdotto in Senato alla legge finanziaria ha
introdotto la vendita dei beni confiscati alle mafie che fino ad ora
venivano destinate ad uso sociale.
Tredici anni fa, oltre un milione di cittadini firmarono la petizione che chiedeva al Parlamento di approvare la legge per l'uso sociale dei beni confiscati alle mafie. Un appello raccolto da tutte le forze politiche, che votarono all'unanimità le legge 109/96. Si coronava, così, il sogno di chi, a cominciare da Pio La Torre, aveva pagato con la propria vita l'impegno per sottrarre ai clan le ricchezze accumulate illegalmente.
E' un fatto gravissimo non solo dal punto di vista simbolico ma
soprattutto dal punto di vista materiale perché consente di fatto alle
mafie di rientrare in possesso dei beni confiscati grazie al semplice
utilizzo di prestanome, come già avviene per le normali aste fallimentari.
I beni confiscati sono un bene comune, il loro riutilizzo una ricchezza per il territorio e per la società italiana. Continuiamo la protesta contro il ddl che prevede la vendita dei beni confiscati alla criminalità organizzata..!

Firma anche tu l'appello: Niente regali alle mafie, i beni confiscati sono cosa nostra !!!

Clicca qui

Porta a Porta: Bruno Vespa assolve dell'Utri

Ieri vespa ha superato se stesso una trasmissione vergognosa per difendere i mafiosi andare contro i pentiti...


Berlusconi, ''mister unpercento''


Le concessioni radiotelevisive costano al presidente del Consiglio Silvio Berlusconi l’uno per cento del fatturato che ne ottiene. Avete letto bene. Lo Stato italiano regala da anni alla Mediaset, attraverso RTI, il 99% degli introiti che ne ottiene. Solo l’uno per cento rimane allo Stato.

Le frequenze su cui Mediaset trasmette sono dello Stato italiano che le può dare in concessione a qualunque società ritenga. Mediaset o altre. La logica vorrebbe che la concessione porti principalmente soldi alle casse dello Stato, non ai privati. La ricchezza del signor Berlusconi, dell’imprenditore Berlusconi, deriva da una “graziosa” concessione ottenuta prima da Craxi con un una tantum annua ridicola e poi dal Governo D’Alema nel 1999, con la legge un per cento (pagina 32: legge 488, art.27 comma 9, del 23 dicembre 1999). Legge mai messa in discussione dagli altri Governi che lo hanno seguito, tra cui ovviamente i suoi.

Il signor unpercento è ricco e continua a incrementare le sue ricchezze in virtù di una legge che gli regala letteralmente le frequenze radiotelevisive. Paga l’un per cento dei ricavi. Ma quale cittadino può avere in concessione un bene dello Stato pagando solo l’un per cento dei ricavi? Nessuno, se non Berlusconi. La legge che regolamenta le concessioni radiotelevisive va cambiata immediatamente. E’ una legge parassitaria che toglie agli italiani, a tutti gli italiani, un reddito enorme, di loro competenza, per donarlo al presidente del Consiglio. Una vera rapina a norma di legge.

Il Gruppo Mediaset vive alle spalle degli italiani. Nel 2007 ha fatturato oltre 4 miliardi di euro, di cui 2.5 miliardi derivanti da pubblicità delle Reti Mediaset. Inoltre è da precisare che una delle sue reti televisive è illegale da 10 anni, ovvero Rete 4.
Sta truffando di fatto lo stato (quindi il popolo) traendo guadagni illeciti da una sua rete televisiva che difatto non dovrebbe esistere.
Perchè noi dobbiamo pagare tasse dal 23 al 43 % allo stato e loro solo l'1% ???
Il problema delle concessioni televisive purtroppo è solo uno dei tanti favori di stato. Stato fa il debole con i forti e viceversa..!!

lunedì 7 dicembre 2009

L'arresto di Nicchi e Fidanzati è stata una montatura!

Gioacchino Genchi: "I veri poliziotti che hanno fatto quella cattura si sono vergognati e se ne sono andati e mi hanno telefonato, mi hanno detto qui stanno facendo uno schifo, perchè hanno organizzato una messinscena davanti alla questura, portando le persone loro, con i pullmann, per organizzare quell'apparente solidarietà alla polizia. Ma vi rendete conto di cos'è l'Italia? Che livello di bassezza abbiamo toccato? Che livello di mistificazione?"
Cervignano del Friuli, 6 dicembre 2009.





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martedì 24 novembre 2009

A che/chi serve la legge sul “processo breve”..


«Questi giudici sono doppiamente matti! Per prima cosa, perchè lo sono politicamente, e secondo sono matti comunque. Per fare quel lavoro devi essere mentalmente disturbato, devi avere delle turbe psichiche. Se fanno quel lavoro è perché sono antropologicamente diversi dal resto della razza umana»(Silvio Berlusconi, 4 settembre 2003)



Quella di Travaglio è stata l'unica voce - l'unica - alla quale è stato dato fiato dopo che il cervello si era informato sulla reale situazione della magistratura italiana.
La legge è sovrana, ma se è anche somara son guai per tutti.
L'importante è che le decisioni siano prese sulla base di presupposti veri e che il sistema giudiziario italiano sia in grado di fare i processi in due anni è falso.
Quindi l'approvazione di quel disegno significherebbe non fare i processi. E non fare i processi significa CAOS.
E' utile saperlo prima. E chi diffonde dati falsi è in malafede,
qualunque colore politico abbia. Ed in questi anni contro la magistratura sembra essersi schierato l'arcobaleno.

24 NOVEMBRE 1991: MUORE UN MITO. OMAGGIO AD UN GRANDE CHE HA FATTO LA STORIA DELLA MUSICA


Nel 1991 Mercury dichiarò, nella sua ultima intervista:
« Non voglio cambiare il mondo, lascio che siano le mie canzoni ad esprimere le sensazioni e i sentimenti che provo ed ho provato. Essere felici è il traguardo più importante per me, ora, e quando sono felice il mio lavoro lo dimostra. Alla fine tutti gli errori che ho commesso e tutte le relative scuse saranno da imputare solo a me: mi piace pensare di essere stato solo me stesso... Adesso voglio solamente avere tutta la gioia e la serenità possibili, e vivere quanta più vita possa, per tutto quel poco tempo che mi resta da vivere..... » . Ciao Freddie la tua musica ci terra' sempre compagnia...!!



lunedì 23 novembre 2009

Ma i beni pubblici di chi sono?


Il Governo privatizza l'acqua. Non è un bene di tutti, non è una risorsa primaria. Quando si rubano acqua ed aria si ha il furto di Stato ed il messaggio è chiaro: la sete la debbono governare le multinazionali. Coloro i quali hanno il governo dell'economia decidano sulla vita e la morte delle persone. Ancora una volta il Governo approva una legge in violazione della normativa europea. Per la politica degli affari l'acqua è un business ed anche molto redditizio. Numerose inchieste giudiziarie, svolte anche in epoca recente, hanno evidenziato gli interessi criminali che ruotano nella gestione dell'acqua. Operano spesso le solite società miste pubblico-private divenute perfetta sintesi tra la lottizzazione partitocratica e la borghesia delle professioni dominanti, con presenza, talvolta, di personaggi contigui alle mafie e magari, per offrire una forma di apparente legalità, inserendo nella compagine sociale magistrati in pensione oppure, per scongiurare controlli di legalità, parenti e affini in un incrocio tracotante tra controllori e controllati in un conflitto d'interessi permanente. Il costo dell'inserimento della borghesia mafiosa nella gestione dell'acqua viene pagata dai soliti noti: gli utenti, il popolo.
La domanda che nasce spontanea è :"I politici sono i rappresentanti del popolo o delle lobby?".....
Dato che almeno il 90% dei cittadini NON vuole la privatizzazione dell'acqua perche' i politici la vogliono privatizzare?
Quindi appare evidente che sono le lobby ad essere rappresentate e NON i cittadini!
Se ci sono dei problemi di efficienza nella gestione delle risorse idriche (“la scusa/ motivazione” per questa legge) questi vanno risolti ma NON con la privatizzazione!!
Infatti, le norme per la privatizzazione dell'acqua sono, usando un termine politico in "voga", un'altra porcata fatta per "rapinare" i cittadini delle loro risorse naturali ed economiche e cio' accade dato che questi hanno ormai perso, nella realta' dei fatti, il loro stato giuridico.
Inoltre, il problema di fondo nella privatizzazione dell’acqua risiede nel fatto che anche una BUONA LEGGE (cosa che non credo sia quella approvata) se applicata male diventa PESSIMA ora, ben conoscendo gli SQUALI dai COLLETTI BIANCHI, e’ ovvio che questi futuri consigli d'amministrazione e manager vari NON faranno gli interessi dei cittadini ma quello delle loro tasche!!!
Infine, a conferma di cio’, gli esempi della privatizzazioni dell’acqua realizzate in Italia (Firenze, Latina, ecc.) hanno sempre dato dei PESSIMI RISULTATI!!!


Firma la petizione on-line: http://www.petizionionline.it/petizione/campagna-nazionale-salva-lacqua-il-governo-privatizza-l-acqua-/133

martedì 17 novembre 2009

La privatizzazione finale dello Stato ..


Può suonare paradossale, ma è una seria e certa realtà giuridica: lo Stato italiano non è la Repubblica italiana voluta dalla Costituzione del 1948. È in radicale antitesi e contrapposizione con la Costituzione e con i fondamenti della medesima. Perché in Italia siamo alla proprietà privata dello Stato e dei poteri politici.
L’articolo 1 della Costituzione afferma «L’Italia è una repubblica democratica. La sovranità appartiene al popolo». Al contrario, nello Stato italiano la sovranità economica, la sovranità monetaria, appartiene interamente ai privati. Ai finanzieri privati proprietari della Banca d’Italia. Sì, la Banca d’Italia non è degli Italiani, non è dello Stato: è dei finanzieri privati...Va inoltre ricordato che
la sovranità economica sull’Italia appartiene anche alla Banca Centrale Europea, che, in base al Trattato di Maastricht, è un’istituzione sopranazionale, esente da ogni controllo democratico e persino giudiziario, gestita da un direttorio nominato dal sistema delle banche private. I suoi direttori sono esonerati da ogni responsabilità e decidono nel segreto. Una vera e propria potenza straniera, alla quale i paesi Europei sono sottomessi..
Chi ha il controllo della moneta e del credito, ha il controllo della politica e il potere di dare e togliere forza all’economia, di far saltare i bilanci delle aziende private e degli Stati. Di costringere questi ultimi ad aumentare le tasse. Di ricattare parlamenti, governi, società. Come sta avvenendo. Bene: questo potere è in mano a privati, che lo esercitano in totale esenzione da ogni responsabilità e sorveglianza. Dicono che ciò sia bene, perché lo esercitano meglio dei politici, che sono corrotti e demagogici ( anche se il più delle volte dietro le holding ci sono i politici stessi o le mafie). Sì, meglio – ma per se stessi, non per la gente. Non per quelli che non riescono più a pagare il mutuo, e che perdono la casa, mandata all’asta dai banchieri, che la ricomprano attraverso loro società-schermo. Non per le imprese che chiudono o falliscono. Non per i contribuenti, non per i risparmiatori regolarmente truffati ad opera di banchieri privati (che poi forse ritroviamo azionisti di Banca d’Italia, da Parmalat a Enron a Cirio).

Il quadro descritto ci porta a riflettere criticamente sugli insuccessi dei processi di privatizzazione/liberalizzazione realizzati sino ad ora. La tendenza politico-economica attuale è sempre più indirizzata verso la liberalizzazione più sfrenata e senza limiti. Una liberalizzazione che non terrà in alcun conto le esigenze dei lavoratori, delle classi più deboli della società; “in nome del Dio mercato” continueranno ad essere tolte anche le minime garanzie di Stato sociale presenti ancora oggi, anche se ormai in forma quasi residuale. Quando si parla di privatizzare energia, trasporti, scuola, sanità e sopratutto acqua si comprende bene quali potranno essere le conseguenze per i cittadini, per i lavoratori, per i disoccupati e tutte le figure sociali precarie, marginali e a basso reddito.

Tutto ciò ha come conseguenza la realizzazione di una società con maggiori differenziazioni sociali, in cui è sempre più ridotto il sistema di protezione sociale a favore delle fasce di cittadini più deboli; fasce che diventano sempre più grandi andando a comprendere anche quegli strati di società che fino a pochi anni fa erano considerate protette (lavoratori del pubblico impiego, artigiani e commercianti). Creando nuove povertà, nuovi bisogni, ampliando in sostanza l’area dell’emarginazione sociale complessiva, accrescendo, appunto, i “miserabili”, che non essendo riconosciuti in quanto tali, solo perché, ad esempio, possono vantare un piccolo reddito da lavoro precario e intermittente, non avranno neppure riconosciuti i diritti minimi di protezione sociale e di cittadinanza. La liberalizzazione dei servizi, infatti, comporterà la perdita definitiva dei alcuni dei diritti fondamentali ottenuti attraverso le lotte, come i diritti sul lavoro e al lavoro, alla salute, all’istruzione,ecc. Tutto ciò è un attacco alla stessa dignità del vivere...Riflettiamoci.



domenica 15 novembre 2009

"In politica conta la moralità"



"Quello che piu' conta e' la moralita' della politica". A sottolinearlo con forza a Napoli e' il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano."Quello che piu' conta - dice - commemorando la figura di Maurizio Valenzi - e' il senso della nobilta' della politica, il senso dei limiti anche nel ruolo alto, insostituibile della politica".
L’impoverimento culturale e morale della politica è sotto gli occhi di tutti. Eppure si fa enorme fatica a dirlo e a reagire. Feste con sesso e droga a Villa Certosa e di trans e droga via Gradoli, politici arrestati o indagati, conflitti d’interesse, accuse di inutilità del Parlamento e addirittura di "mignottocrazia”, fino ai costi e ai privilegi rimasti inalterati - se non aumentati - di deputati e senatori di contro alle ristrettezze vissute in questo momento di crisi dai cittadini, si è tornati insistentemente a parlare di “moralità” della politica.
Ma cosa significa “moralità” per un politico? Senso dello Stato e delle istituzioni, coerenza, lavoro nell’interesse di tutti i cittadini (quindi rispetto del mandato elettorale, ma anche di chi non l’ha votato), o semplicemente onestà? Diciamo che, per ciascuna di queste opzioni, il panorama politico attuale ci offre esempi a dir poco sconfortanti. Quanto al “lavoro nell’interesse di tutti” e non di se stessi e dei propri amici, riesce davvero difficile trovare qualche politico moralmente puro. Dai conflitti d’interesse macroscopici (e più gravi) a quelli - diciamo così - “di condominio”, passando attraverso i continui scandali di nepotismo, sembra proprio che non la moralità ma il “poltronismo” sia la finalità della politica.

Il nostro Parlamento e i nostri amministratori provinciali e regionali ormai si dividono in due grandi categorie: chi è entrato in politica per difendersi dalle inchieste e chi, grazie alla politica, è entrato nelle inchieste.
Non tanto perché la magistratura si muova politicamente (nei casi che riguardano amministratori democratici certo non si può parlare di “toghe rosse”), quanto perché si ha l’impressione che l’occasione che fa l’uomo ladro sia proprio la politica.
Certo, bisognerà aspettare i processi prima di emettere sentenze, certo il malaffare non riguarda tutti e qualche - rara - eccezione c’è ancora. Ma riesce davvero difficile a qualunque forza politica rivendicare una qualche superiorità morale rispetto all’altra.
E allora cosa resta della “moralità” della politica? La coerenza? Non scherziamo.... Forti di un uso spregiudicato dell’articolo 67 della Costituzione (“Ogni membro del Parlamento rappresenta la Nazione ed esercita le sue funzioni senza vincoli di mandato”), i nostri parlamentari ci hanno abituati a tali evoluzioni da uno schieramento all’altro, da un partito all’altro, da far impallidire gli acrobati del Cirque du soleil.
E allora cosa resta? Restano i compensi (ad esempio un presidente di Provincia può guadagnare più del presidente degli Stati Uniti), restano i privilegi , e restano i benefit (auto, segretarie, viaggi, cinema, telefonini).
In tempi di crisi..... non è niente male.

IMMUNITA' PARLAMENTARE

Io non sono d'accordo, la stabilità di un governo non dipende dalle decisioni della magistratura. L'immunità parlamentare è solo lo specchietto per le allodole. Le corruzioni (presunte?) di Berlusconi ad avvocati e giudici non sono prodotti delle "sinistre". Chiedere di essere rapresentati da politici onesti non è una richiesta insensata. Io preferisco far svolgere il mandato parlamentare a prescelti onesti. Un politico disonesto (e cercare di scampare ai processi è parecchio disonesto) a mio avviso non è degno nè del compito e nè del mio voto.

venerdì 13 novembre 2009

sabato 7 novembre 2009

l'Acqua deve rimanere pubblica....!!

Non si puo’ svendere in questo modo il bene piu’ prezioso oggi esistente sulla terra. Viene tolto alle istituzioni pubbliche il pieno controllo nella gestione di una delle risorse fondamentali per la vita cedendolo a enti privati capaci solo di ragionare in termini di profitto immediato. Significa dare un’arma potentissima nelle mani di soggetti estranei agli interessi locali, con conseguenze negative non sempre prevedibili.
Non e’ stato certo un emendamento bipartisan, quello del Pd appoggiato da Pdl, Lega e Governo, perche’ il Gruppo dell’Italia dei Valori ha votato no con convinzione!
Sulla liberalizzazione del servizio idrico, contenuta nel decreto legge approvato mercoledi al Senato, solo l’ opposizione dell’IdV e’ stata ferma e determinata perche’ lobby e multinazionali non devono avere spazio.



La lezione di Mafia


Che cos'è la mafia, chiede il bambino a suo papà. E questi gli risponde che la mafia è quando uno, dopo aver subito un torto, non va da polizia e carabinieri ma si fa giustizia da solo. Che la mafia è quando uno che ha problemi non va dalle istituzioni ma si rivolge agli uomini d'onore. Che c'è la mafia degli uomini d'onore e la mafia brutta della droga e delle cose ancora più brutte. Questa è la lezione di mafia che un papà di Fondi (in provincia di Latina) fa a suo figlio e di cui si è venuti a conoscenza con una intercettazione ambientale. E' stata mostrata nella puntata di Annozero del 5 novembre 2009. In essa si è discusso delle infiltrazioni mafiose nel comune di Fondi dove era iniziata una procedura di commissariamento per mafia poi sospesa.

Che cos'è la mafia oggi allora? La mafia è di sicuro quell'anti-stato che si aggiudica i lavori pubblici senza gare di appalto o pilotando questi ultimi. E' l'organizzazione criminale che gestisce traffici illeciti e che ricicla il denaro sporco, magari con l'aiuto dello scudo fiscale. E' quel gruppo di boss, affiliati, fiancheggiatori, politici, faccendieri che fa speculazioni edilizie persino in aree protette come il lago di Sabaudia, ad esempio. Ma la mafia è anche qualcos'altro. La mafia ha imparato a parlar male di se stessa, pur di avere consenso sociale. La mafia da tempo ha imparato persino ad adottare provvedimenti contro se stessa. E questo è evidente sin dai tempi di Giulio Andreotti i cui rapporti con Cosa Nostra sono accertati, salvo la prescrizione di questo suo reato. Andreotti che ha favorito la mafia si vantava e si vanta ancora di aver adottato numerosi provvedimenti contro la mafia.

La vicenda del comune di Fondi ci insegna che la mafia è aldilà persino dei procedimenti per il commissariamento: il senatore del PDL Claudio Fazzone, di Fondi, è riuscito a fermare il ministro Maroni e tutto il Consiglio dei Ministri e ora è partito in un violento attacco contro il prefetto. Chi ha visto la puntata di Annozero ha visto che il senatore Claudio Fazzone, non inquisito sia chiaro, si scagliava contro la mafia da una parte ma dall'altra lanciava violenti strali contro il prefetto e contestava con arroganza e brutalità il ministro Maroni. Curioso che Il Giornale nella sua recensione della puntata dica che Santoro abbia voluto parlar male di Maroni quando ad attaccarlo è stato invece un suo alleato come Fazzone, salvo la richiesta di Luigi De Magistris (ospite in trasmissione) di sue dimissioni per non aver portato a termine la procedura di commissariamento.


Ma voglio tornare da dove sono partito: i bambini di Fondi. Sanno quando stanno mangiando una banana o una mela o una pera del mercato ortofrutticolo di Fondi, oggetto delle infiltrazioni, stanno mangiando un frutto della mafia? Quando i loro insegnanti ne parlano in classe e poi fanno domande ai loro genitori a casa riescono a comprendere perché gli insegnanti dicono una cosa e i genitori il suo opposto? Crescendo si affrancheranno da questa cultura mafiosa? No se tutto resta insabbiato e confuso come ora. Si se i cittadini onesti di Fondi e lo stato e le forze dell'ordine e la scuola agiranno insieme e in modo determinato, chiaro e trasparente. Nessuno si senta fuori da questa storia.

giovedì 5 novembre 2009

“possono morire”

Il ministro della difesa, Ignazio La Russa, si esibisce ancora una volta alla TV pubblica, con il suo inconfondibile stile clerical-fascista. Dopo aver volgarmente insultato chiunque non la pensa come lui, il ministro ha detto che il crocifisso restera’ e ha aggiunto: “possono morire, loro e quei finti organismi internazionali che non contano nulla”. Virtu’ cristiane, senza dubbio.
Il “giornalista” Lamberto Sposini, dopo aver lasciato insultare i suoi ospiti e quegli “organismi internazionali” [nel caso di specie, la Corte Europea dei Diritti dell'Uomo] alla fine si è steso a mo’ di zerbino e ha detto di essere d’accordo con La Russa. Ormai ogni commento sulla RAI e sui “giornalisti” italiani e’ superfluo.
E’ inutile aspettarsi che i pagliacci che occupano le istituzioni repubblicane intervengano. Il regime gode di ottima salute e – come nel racconto di Orwell, La fattoria degli animali – non si riesce piu’ a distinguere gli uomini dai maiali.




Io non sono contrario ai simboli religiosi. Per me i crocefissi potrebbero stare benissimo dove stanno, sempre che le pareti della scuola siano abbastanza solide da reggerne il peso. Ho visto cose peggiori appese in certe pareti, ve lo posso garantire. Se fossi cattolico, chiederei di definire meglio il concetto di “tradizione”, espresso anche dal ministro Gelmini. Davvero si crede che sia semplicemente un’usanza ormai acquisita, esporre nelle scuole il crocefisso? Se così fosse ci ritroveremo ad avere le aule delle scuole piene di ferri di cavallo, cornucopie, cornetti di corallo appositamente fatturati da Ciciriello o’mago di Pozzuoli.

Il fatto che sfugge è che il simbolo religioso è qualcosa che dobbiamo al Concordato tra Stato e Chiesa, ossia quella sorta di contratto capestro che Mussolini firmò illo tempore, e che non si capisce come venne anche ripreso dalla Costituzione Italiana. In merito alla religione, infatti, soltanto nel 1984 si mise mano agli articoli interessati, eliminando il concetto che la religione cattolica fosse la religione di stato, ma questa concessione che la chiesa fece all’epoca a Bettino Craxi, ci costò l’invenzione del pizzo dell’8 per mille.

Pertanto l’obiezione che il crocefisso nelle aule scolastiche sia semplicemente “una tradizione” non può far altro che sottolineare, ancora una volta, quanto sia profondo il pozzo dell’ignoranza dei ministri dell'attuale governo.

domenica 1 novembre 2009

la riflessione ....


C'è da vergognarsi........
Il tragico fango di Messina è povera cosa di fronte alla melma in cui stiamo affondando. Politica e sesso hanno avuto da sempre rapporti più o meno stretti. In America, per una donna, un Kennedy si giocò la presidenza, gli americani, però, per tornare a oggi, non hanno consentito a nessuno di seppellire sotto un letamaio la bandiera a stelle e strisce solo perché la “stagista” Monica Lewinski aveva avuto rapporti sessuali col presidente Clinton.Qui da noi, al contrario, c’è chi spinge il Paese nel fango e non ci ribelliamo.La cronaca è breve e giova ricordare. Per un caso che è stato solo personale, la moglie del Presidente del Consiglio, tradita, delusa e nauseata, ci mette sull’avviso: attorno al marito ruota un meccanismo di scambio diffuso, efficiente, capillare e collaudato. Sesso in cambio di carriere politiche, spasso e scialo per un successo televisivo.Ed è stato subito chiaro: qui da noi, il cuore del problema non sono stagiste e prostitute, ma la prostituzione del Paese.Qui da noi, il Presidente del Consiglio non è solo un capopartito che guida la maggioranza, ma anche un fior d’imprenditore, un editore ingordo e straripante e l’imputato perenne in processi per corruzione. Il cuore del problema, qui da noi, sono le conseguenze di questa aberrazione.Clinton, negli Usa, messo in croce, confessa la sua relazione, ma non azzarda la reazione. Non ci prova. Qui da noi l’imperatore in un primo tempo prova a negare l’evidenza sconcia, poi decide di cambiare le carte in tavola e dimostare che lo sconcio è la norma.Se non si può negare, meglio allora esaltare.E presto ce n’è per tutti. Vecchie foto discinte della moglie del premier servono a screditare l’idea stessa della moralità, mentre sordide storie prendono a circolare in forma di minacciosa barzelletta. Finisce la capacità di ragionare. Tutto è confuso e tutto si confonde, per ogni regola sono pronti un’accusa : se una donna non si vende è un prodotto scadente, il giudice che non si compra è una “toga rossa”, un uomo che pensa con la sua testa è il solito “moralista comunista”. Tutto contribuisce a far crescere il fango che ci insozza e c’è chi fa notare: “ognuno ha i suoi vizi, vedete?”. E se quattro cialtroni in divisa, manovrati da misteriosi pupari, possono mettere in scena il ricatto dei transessuali per pugnalare un avversario politico con il " vizietto", il Paese non si rivolta. Assuefatto al veleno, l’uomo comune si congratula addirittura con se stesso, strizza l’occhio all’amico e gli batte la mano sulla spalla: “la poltica è questo, io l’ho sempre saputo. Tutti uguali, tutti corrotti. E sai che ti dico? Fanno bene, si vive una volta sola e farei come loro”. Sono tutti convinti: il meglio della vita sta nella corruzione a viso aperto, nell’orgia dichiarata, nel successo assicurato a chi passa dal banco degli accusati al Parlamento. Ormai è l’imputato a segnare il confine tra il lecito e l’illecito di fronte al giudice intimidito. E non sembra esserci scampo: la lotta è per la vita.

Sesso e Ideologia....

Cosa c’entra l’abitudine sessuale di qualcuno con la sua ideologia, mi chiedo io ?Perchè lo scandalo sessuale è così grave rispetto a tutto il resto ?Cosa ci fa paura a tal punto da prendere una decisione così netta su una persona se scopriamo che va con un trans, o se organizza delle feste con donne belle e giovani per passare “allegramente” qualche ora con loro ?Non dovremmo interessarcene ….tranne se….Tranne se questo comportamento vada contro a quello che pubblicamente, queste stesse persone, dicono o fanno in circostanze pubbliche, istituzionali, nei comizi, nelle sedi di partito, e così via…..Cosa deve quindi spingerci al giudizio di queste condotte?Ci deve spingere solo la valutazione della corrispondenza di questo comportamento in relazione a ciò che gli stessi “inquisiti” promuovono con i loro partiti e con i loro governi ( badate bene che mi riferisco a tutti. Destra, sinistra, centro, centro-destra, centro-sinistra, sopra…sotto..etc etc etc…) Così se Berlusconi ha un amante non deve promuovere il Family-day, perchè se no sarà nostro interesse giudicare la sua abitudine privata, e non perchè privata ma perchè non corrispondente alla sua iniziativa pubblica, se Marrazzo va con un trans, per me può anche farlo, allora poi promuova delle iniziative in loro favore, eguali diritti o altro, si schieri contro la diffusa omofobia che nella sua regione si manifesta più che in altre, e potrei continuare per ore…Vi ricordate del parlamentare UDC scoperto con delle signorine in albergo con la cocaina ?Ebbene mi chiedo: Cosa ci fa un parlamentare UDC sposato con delle signorine e la cocaina in albergo mentre in parlamento c’è una seduta ?Diamoci quindi delle risposte, perchè, secondo me, questa è solo la punta dell’Iceberg, diamoci una risposta su quella che è la nostra classe dirigente, su cosa è la nostra società, la nostra nazione, una nazione ingabbiata da una ipocrisia di matrice clericale che impone delle regole da seguire, ma che non segue nessuno, compresi noi che stiamo lì a giudicare i “vizietti” dei politici.E’ quindi questa la conclusione del ragionamento? Certo che è questa. Non esiste una società solida la cui morale pubblica, direi ufficiale, sia difforme dalle sue abitudini di comportamento e di pensiero.Veramente ci sentiamo migliori dei politici che ci rappresentano ? Direi che è il caso di farci tutti un esame di coscienza per capire, finalmente, che la classe politica che ci rappresenta è simile a noi e che se noi non cambiamo le nostre abitudini e/o i nostri ragionamenti non cambieranno neanche le loro, di abitudini.Ho sempre pensato che quando si tocca il fondo si comincia a risalire, speriamo che non mi sbagli perchè in questi ultimi tempi non ne sono più tanto sicuro.....